Lo Shiatsu Namikoshi è frutto di studi scientifici e combina la tradizione legata alla medicina cinese con la medicina occidentale. I benefici effetti ormai sono ben noti agli operatori del settore salute e benessere.
Le digitopressioni sono da decenni utilizzate in fisioterapia per i loro effetti positivi sul trattamento di svariate patologie, compreso il recupero osteo-articolare e muscolare da trauma o da stato infiammatorio e il trattamento di edemi patologici o estetici.
Studi effettuati in anestesiologia dimostrano come minori dosi di anestetici possono essere somministrati andando a stimolare particolari aree legate alla secrezione di sostanze endogene quali endorfine e cortisone. Il benessere e il relax indotto da tali secrezioni si ripercuote positivamente su stati dolorosi di varia e ampia natura. Efficace, quindi, su stati definiti “cronici” oltre che “acuti”.
La risposta dell’organismo non sarà mai in eccesso: produrrà soltanto quello di cui ha bisogno in quel momento. Ben si adatta, quindi, ai sistemi di auto-recupero dell’organismo stesso. Non vi sono effetti collaterali. La tecnica si adatta a tutti e a tutte le età, a patto che sia bene eseguita.
Shiatsu Namikoshi: manualità
La manualità dello Shiatsu Namikoshi combina, nel protocollo di trattamento, il lavoro sui percorsi dei meridiani energetici (medicina cinese) ma anche su punti neuromuscolari. Proprio grazie agli studi effettuati da Tokujiro Namikoshi si è scoperto che molti degli tsubo (punti di agopuntura o digitopressione) corrispondono a formazioni anatomiche ben precise -organi, apparati, o centri neuromotori – che, se opportunamente stimolate, producono risposte positive dell’organismo.
Le pressioni sono effettuate con le mani: palmi – aree anatomiche; dita – punti. Le dita maggiormente usate sono i pollici, sovrapposti o disgiunti secondo il punto da trattare. Sono previste anche manovre di trazione, leggere e adattabili al bisogno del soggetto da trattare.
Sta alla sensibilità dell’operatore, che deve essere opportunamente preparato, stabilire l’entità della pressione che non deve mai essere troppo forte. Portando la pressione coi pollici sul punto da trattare, si deve percepire una sensazione come “se li avessi appoggiati su un panetto di burro che man mano si scioglie”.
Gli effetti dello Shiatsu Namikoshi
La stimolazione di determinati punti aiuta il trattamento dell’edema degli arti inferiori e superiori, delle pelli atoniche, delle rughe, della circolazione generale.
Distende la muscolatura tesa e/o contratta, allevia i dolori osteo-articolari.
Stimola il trofismo muscolare (stati ipotrofici, astenici, spasmodici).
Mal di schiena, lombosciatalgie, anche in fase acuta, trovano giovamento dalle sedute shiatsu.
Nevralgie, cefalee, emicranie. Insonnia.
Straordinari gli effetti sull’apparato gastro-intestinale. In caso di stipsi le sedute shiatsu possono definirsi pressoché risolutive.
Le pressioni, opportunamente effettuate su punti e percorsi precisi stimolano i processi vitali per trasmissione nervosa, coinvolgendo i sistemi nervoso centrale, periferico e neurovegetativo.
Le pressioni stimolano in senso eccitatorio o, se necessario, in senso opposto. A differenza del massaggio classico lo shiatsu può e deve essere effettuato in caso di infiammazione acuta per la sua capacità sedativa.
Sta alla capacità, alla professionalità e alla preparazione dell’operatore shiatsu capire come intervenire per il benessere della persona. Ecco perché è consigliabile affidarsi non agli improvvisati ma a chi ha compiuto studi specifici.
L’operatore professionale Shiatsu Namikoshi
La postura che l’operatore deve tenere durante la seduta di Shiatsu deve essere quella corretta, ed è oggetto di studio prolungato. Le mani sono solo “propaggini”, è il corpo dell’operatore che effettua, col suo peso, la giusta pressione dosandola secondo il caso del paziente. Se l’operatore non assume la postura corretta il trattamento Shiatsu non produrrà gli stessi benefici, ma sarà, come dire, “fatto a metà”.
Altrettanto importante è la postura del paziente, che andrà dolcemente corretta dall’operatore. Quest’ultimo si adeguerà adattando la sua, e, iniziando la seduta, trovando la giusta sincronia col respiro del paziente. Le pressioni durano dai 3 ai 7 secondi, in fase di espirazione, e l’operatore guiderà il paziente con dolcezza.
Le pressioni Shiatsu sui punti “neurologici” producono talvolta dolore, ma lo stesso viene avvertito con sollievo soprattutto in aree dove si manifestano infiammazioni.
Fondamentale la superficie sulla quale il paziente dovrà distendersi. Essa non dovrà essere troppo soffice (l’efficacia delle pressioni verrebbe dispersa) ma nemmeno troppo rigida (il paziente ne soffrirebbe in scomodità). Ideale è il futon, tipico materasso giapponese, grande a sufficienza per accogliere paziente e operatore (quest’ultimo lavora in ginocchio).
Auto-shiatsu alla portata di tutti
Possibile, anzi, auspicabile, effettuare pressioni di “autoshiatsu” previo opportuno addestramento. Con esse si possono alleviare o addirittura risolvere piccoli fastidi e malesseri quotidiani senza ricorrere a farmaci. Un esempio? Il mal d’auto, agendo su un punto collegato al cervelletto, o i fastidi della sinusite, agendo su determinati punti situati su fronte, naso e zigomi. Contattaci per imparare la tecnica.
Lo Shiatsu Namikoshi nella pratica estetica
Le pressioni dello Shiatsu Namikoshi stimolano le capacità di recupero dell’organismo, aiutandolo a eliminare anche scorie e tossine. Tralasciando gli stati patologici particolari, io personalmente applico sempre le pressioni shiatsu. Ho ormai dal lontano 1996 (anno in cui presi l’abilitazione dalla scuola Apis- Esa) adottato la tecnica adattandola e spesso combinandola con le altre tecniche da me apprese nel corso di 33 anni di “mestiere” ottenendo risultati decisamente interessanti.
Il paziente non necessita di esporre la pelle nuda: può indossare un abbigliamento leggero. Vescica e intestini devono essere svuotati prima di iniziare la seduta, che dura dai 30 minuti a 1 ora (o anche più). È bene iniziare sempre con il trattamento di tutto il corpo, almeno per le prime 3 sedute, per poi eventualmente stabilire il trattamento localizzato alle aree che lo necessitano maggiormente.
Le controindicazioni
Sono ben poche:
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malattie infettive in corso
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peritonite, appendicite, pleurite, pancreatite, ulcera peptica, ostruzione intestinale, cirrosi epatica, cancro (ma nei malati terminali lo Shiatsu può coadiuvare la terapia del dolore – come ho purtroppo potuto constatare accompagnando mia madre verso la morte).
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febbre alta, stati post-operatori recenti.
La nascita dello Shiatsu Namikoshi
Tokujiro Namikoshi nacque in Giappone nel 1905. La madre fu colpita da una patologia reumatica a carico degli arti inferiori e superiori. Tokujiro e i suoi fratelli tentarono di alleviarle le sofferenze massaggiandola. Ben presto fu notato, grazie alla particolare predisposizione di Tokujiro, un miglioramento generale della salute della donna. Tokujiro notò anche che i maggiori benefici erano prodotti non tanto dal massaggio frizionatorio quanto dalle pressioni, soprattutto da quelle esercitate nella zona localizzata nelle docce paravertebrali lombosacrali. Senza saperlo, aveva trattato un’area neurologica collegata alle capsule surrenali inducendo la naturale secrezione dell’ormone cortisone, potente antiinfiammatorio.
Visti i risultati volle comprendere I meccanismi intrinsechi del massaggio. Non si accontentò più delle semplici osservazioni empiriche; iniziò a studiare il massaggio tradizionale giapponese (amma) e quello occidentale, unitamente all’anatomia e alla fisiologia. Grazie ai suoi studi arrivò a mettere a punto la tecnica nota come Shiatsu Namikoshi, riconosciuta dal Ministero per la Sanità e il Benessere giapponese. Nel 1957 fondò la Scuola Giapponese di Shiatsu, l’unica riconosciuta e autorizzata a preparare i terapisti.
Lo shiatsu Namikoshi è stato portato in Europa da Denis J. Binks dal quale il maestro Rudy Palombini ha appreso la tecnica, portandola in Italia.
In Giappone è subentrato alla guida della scuola il figlio di Tokujiro, Toshiro Namikoshi.
Il corso è rivolto esclusivamente ai soci dell’associazione culturale Vivere e Benessere. La quota associativa permette ai soci di partecipare alle iniziative promosse dall’associazione. La quota associativa è di soli 10 Euro l’anno.